Gomorracorre disarmante e ben armato sopra la nosta coscienza. ci tange e ci estrania al tempo stesso.
prostituisce sugli occhi ingenui tutta la camorra che c'è e che ti immagini. gomorra non parla di camorra, gomorra parla di chi la vive: ruotano le cinque tragedie umane di chi costruisce, di chi ambisce, di chi patisce la camorra. interpreti meravigliosi e fotografia secca, pistole che espropriano della dignità la morte, e che rendono misera e quasi banale la vita, la contornano con una colonna sonora meravigliosa. Garrone non lascia amaro, non lascia spazio a reazioni affettive, traccia con grafia incisiva e asciutta il mostro che grava su quelli che non hanno la libertà di scegliere, su quelli che non sanno di poter scegliere, su quelli che hanno scelto e non potevano che scegliere. motorini senza casco, piscine di cemento, poker, cocaina, pistole tra le mucche, settimana, stracci appesi, faide, miseria: scarface è davvero tanto tanto lontano. è vicina napoli, napoli comincia a scampìa.
e per chi come me, farcisce la vita di dilemmi impropri e masturbazioni gratuite, Gomorra significa assistere ad un omicidio, significa realizzare (e mai abbastanza) che si è nati nella fortuna, si è nati nell'oro che non puzza di soldi, si è nati nella bambagia.
Gomorra lascia il segno, una macchia di sangue che non fa più neanche paura, un colpo che non fa quasi più rumore, in mezzo al boato di chi sa chiudere gli occhi.