06/05/08

anatomia della dipendenza


È stato soprattutto lo psicoanalista giapponese Takeo Doi a spiegare e descrivere questo tipo di comportamento. Nel suo libro Anatomia della dipendenza, pubblicato per la prima volta nel 1971, Doi afferma che l' amae non è solo un fenomeno giapponese, ma i giapponesi sono l'unico popolo a possedere un ampio vocabolario che lo descriva. Il motivo è che l' amae è un fattore importante nell'interazione e nei costumi giapponesi.

Doi spiega che l' amae è la forma sostantivale di amaeru, un verbo intransitivo che lui definisce come "dipendere da e presumere la benevolenza di un'altra persona". Il sostantivo indica "l'essere indifeso e il desiderio di essere amato". Amaeru può anche essere definito come "desiderio di essere amato ed elevato grado di dipendenza". Vari dizionari bilingue definiscono l'amae come "contare sulla buona volontà di una persona", "agire amorevolmente verso qualcuno (come un bambino molto coccolato si comporta verso i suoi genitori)", "trarre vantaggio da", "comportarsi come un bambino viziato", "approfittare di", "comportarsi in modo carezzevole con un uomo", 'parlare in modo civettuolo', "approfittare di (della gentilezza, del buon carattere, di qualcuno, ecc.)", e così via. L' amae è essenzialmente una richiesta di condiscendenza verso i propri bisogni percepiti.

Doi dice,

"Il prototipo psicologico di amae è fondato sulla psicologia del bambino nel suo rapporto con la madre; non un neonato, ma un bambino che si è già reso conto che sua madre esiste indipendentemente da lui... Quando la sua mente si sviluppa, il bambino gradualmente si rende conto che lui e sua madre sono esistenze indipendenti e arriva a sentire che la madre è qualcosa di indispensabile per lui; possiamo dire che proprio il desiderio di un contatto intimo così sviluppato costituisce l'amae".[2]

Secondo Doi e altri, in Giappone il tipo di relazione basata su questo prototipo fornisce un modello dei rapporti umani in generale, specialmente (sebbene non esclusivamente) quando una persona è più anziana di un'altra. Come dice un altro scrittore:

"Può essere tuo padre o il tuo fratello maggiore o la tua sorella maggiore... Ma può anche essere il tuo capoufficio, il leader locale del tuo partito politico, o semplicemente un compagno che era uno o due anni più avanti a te a scuola o all'università. La sindrome dell'amae è molto diffusa nella vita giapponese".[2]

Amae può essere usato anche per descrivere il comportamento di un marito che torna a casa ubriaco e dipende dalla moglie per essere messo a letto. In Giappone amae ha una connotazione di immaturità, ma è anche riconosciuto come elemento chiave nelle relazioni amorose, forse molto di più rispetto al concetto di amore romantico così comune in Occidente.


da: http://it.wikipedia.org/wiki/Amae

1 commento:

Anonimo ha detto...

ecco, non sono commento questo post perchè ehm...diciamo che non è il mio settore, però commento il blog (che mi piace molto) e il suo proprietario che oltre che un OTTIMO insegnante di chitarra (Captatio benevolentiae 1) è anche tanto simpatico!(captatio benevolentiae 2)
p.s=(le discese aridite e le risalite)